L’AGGRESSIVITA’ – di Elisa Macrì
Solitamente scriviamo piccoli “articoli” con premesse o riflessioni personali, legate al nostro metodo educativo, a come siamo abituate a rivolgerci ai proprietari dei cani e a come lavoriamo in ambito cinofilo.
Questa volta il tema trattato non lascia molto spazio a tutto questo, rischiando che quest’articolo risulti eccessivamente schematico sento di dovermi attenere al tema “scientifico”, cercando comunque di legarlo al mondo dei cani.
L’aggressività, per definizione, è la motivazione che spinge ad aggredire. E’ uno strumento di sopravvivenza, guidato dall’omonimo istinto innato. Un comportamento aggressivo può essere anche finalizzato al raggiungimento del benessere psicofisico dell’individuo. Ancor più semplicemente è la pulsione combattiva, innata in tutti gli animali (uomo compreso), finalizzata a vivere, sopravvivere e far sopravvivere la specie di appartenenza.
Ovviamente, per quanto riguarda l’uomo, le cose sono molto cambiate nel tempo: l’aggressività è innata anche in noi ma, insieme all’evoluzione della specie, abbiamo costruito la società nella quale oggi viviamo, abbiamo modificato le condizioni della nostra esistenza e ci siamo imposti delle regole morali e sociali. Per questi motivi, la maggior parte dei nostri comportamenti aggressivi hanno spesso conseguenze deleterie o catastrofiche!
L’aggressività può essere di tre tipi:
-
DA DOMINANZA: si utilizza per stabilire chi è il ”capo” e chi sono i “subordinati” e si considera “intra-specifica”, ovvero tra individui della stessa specie. Nello stesso branco serve a stabilire le gerarchie e il tipo di relazione tra i componenti. Nel lupo è così ma i nostri branchi (famiglie) sono misti: costituiti da individui di specie diverse (uomo, cane, gatto e chi più ne ha più ne metta!). Quando un cane utilizza l’aggressività nei confronti dell’uomo, appartenente o meno al suo branco, non ha chiaro il suo ruolo che, inevitabilmente, deve essere “subordinato” a noi e deve essergli spiegato, anche per il suo bene. Questo non vuol dire che dobbiamo comportarci da “ cani capobranco” : non siamo cani. Tuttavia la tendenza che si ha è quella di “umanizzare” il cane (in poche parole trattarlo come un nostro pari) e questo crea soltanto confusione e dei confini poco chiari.
-
PREDATORIA: E’ tanto innata quanto auto gratificante e sana: il cane nasce come predatore, non come preda. Non ci deve stupire se un cane, soprattutto se appartenente ad alcune razze, ha la tendenza a “predare”, anche se “nessuno glielo ha mai insegnato”. Anche qui sta a noi spiegare, con i dovuti modi, che il maltese (o il piccione o il malcapitato di turno) che corre al parco non PUO’ essere predato per nessun motivo! Non appena si manifestano queste tendenze (generalmente quando il cane è ancora cucciolo) l’unica cosa da fare è rivolgervi ad un educatore che vi possa guidare in un serio percorso, in questo caso di prevenzione: tuteliamo quelle che, secondo il cane, possono potenzialmente essere delle prede (es. cani di taglia piccola o bambini).
-
DA DIFESA: E’ la più diffusa nel cane “moderno”. Tutto ciò che fa pensare al cane di essere in pericolo può scatenare una reazione aggressiva. Ovviamente sono da distinguere i tipi di reazione: ringhio, “pinzata” , morso o aggressione. Le cause scatenanti più diffuse sono: difesa della prole, del territorio, del branco, delle risorse (es cibo) o di se stesso (vita o incolumità). Alla base di tutto questo, però, c’è sempre paura, diffidenza e/o insicurezza, che a loro volta sono legate a traumi (maltrattamenti, dolore fisico) o a carenze nei periodi critici (mancata o scorretta socializzazione con cani/persone/contatto fisico etc..). In questo caso, sempre con l’aiuto di un educatore, il cane va gradualmente abituato a vivere le situazioni che gli creano preoccupazione, portandolo ad affrontarle. E’un problema comportamentale che non va sottovalutato ed e’ sconsigliato prendere iniziative, rivolgetevi ad educatori che sappiano guidarvi nell’aiutare il cane ad affrontare queste preoccupazioni.
Prima di dare per scontato di avere a che fare con un problema comportamentale vanno sempre esclusi problemi fisici e neurologici.
LIBRI CONSIGLIATI:
-
“L’aggressività” – di Konrad Lorenz
-
“Il cane aggressivo” – di Joél Dehasse